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Pubblicata il 25/07/2012
Piove da cinque giorni,
l’oceano sprigiona un incantesimo,
le falesie sembrano volersi immolare tra i flutti.

Sono in questo squallido hotel da troppo tempo,
vento e alcol da smaltire mi imprigionano.
Ho appena lasciato il gotico e i labirinti.

Dalla finestra di un cesso angusto
intravedo le diecimila croci bianche di Omaha.
Un prato verde e voglia di piangere.

Sono incagliato, come un relitto,
cammino sotto la pioggia tutto il giorno.
Aspetto che il tempo e il cuore si riparino.

Alla sera resisto alle avances della padrona,
troppo sorridente per farmi eccitare,
non c’e’ niente da ridere in questo posto di merda.

Ho deciso riparto domani,
non ho più voglia di ostriche crude,
mi ricordano troppo il tuo sesso.

Questa mente che sa far tutto meno che dimenticare,
proverò a sfinirla tra curve e tornanti,
e che il brusio dei neuroni, sia solo silenzio.
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