PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/10/2002
Farneticando di versi,
di albe senza giorno
cercavo assurdamente:
il respiro.
Ma ora riconosco che
nulla ha il potere
di sanare
l' incredulità dell' esistenza.
Bevendo il Pharmacon
dal tuo calice mi avveleno.
Io muoio per te.
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Promana da questa tua, intensissima e affilata, una accentuata inquietudine che si fa dolore, ripiegamento, disillusione e, in parte, rassegnazione. Lo stesso fare poesia diviene una ferita, un rifiuto, incapace di lenire "l'incredulità dell'esistenza". Bellissimo quel "cercare il respiro" nei primi versi. Conclusione amarissima!
Un abbraccio kay.
Max

il 28/10/2002 alle 16:33

è la tua prima che leggo. la commento, sbagliando, prima di leggere le altre, ma ci tenevo a dirti che ci colgo una certa resistenza, da parte tua, ad esprimere le immagini esatte. mi riferisco specie ad 'albe senza giorno' e 'farneticando di versi': rinviano a concetti che avresti potuto indagare più a fondo, trovandone di più aderenti a quello che sentivi. è la mia sensazione. gli ultimi tre versi sono stupendi (sarà che prediligo la poetica degli oggetti-simbolo).
un abbraccio
raffaele

il 04/02/2003 alle 13:45

grazie per il tuo commento.
credo tu abbia colpito in uno dei segni.....caspita!!!in uno dei più importanti, credo.

K.

il 04/02/2003 alle 14:59