ho un solco
con le orecchie a punta
nel mio abisso accolgo
incidenti di stelle e fango
ti porgo
mani gonfie di nulla
mi sciolgo
in una fame fasulla
poi ti nutro
di cattiveria sacra ma
cioccolata
di sberle invade
spazi
che non so evitare.
si dilatano fra noi
onde stabili
e io annego
in tutti i miei alibi