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Pubblicata il 14/06/2012
Se fossi Dante non avrei nel poetar
difetto della metrica non schiavo
ma patrone il rigor del verso certo
e lo scorrer suo perfetto non insulse
parole ma per mamma diletta genitrice
mi punge ambascia per dolor mio
al calamo ratto quel fuoco de la mente
ma scribacchin son per cui non rubo
tempo al tempo per agire di cesello
nella ricerca di rime e di lessico forbito
così alla mia povera musa contadina
nell’istante a lei m’affido come quella
detta vo significando sì insulse ai più
immonde righe ma di lor a me non cale
ad altro fonte vadan pure a dissetarsi.
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Oniricamente affascinante!

il 18/08/2013 alle 18:59

Grazie, Poeta Sir Morris, Cordiali saluti. ggc

il 19/08/2013 alle 08:50