Grigio d'attempate nubi
sovrasta la radura dei canti immensi
che l'autunno ha spento.
Fischiare tra fragili fronde
d'un merlo esule d'estate.
E il fischio par sibilo
che s'ode piano e lento
e poi muore trascinato dal vento.
Intorno chi si muove...
solo qualche foglia
già stanca d'una vita che sfugge
e che dona brevi attimi di luce.
L'animo può dire d'aver luccicato...
ma la verità delle parole si cela
se nessuno tende l'orecchio
a verificarne l'esistenza.
Un gradino scherza coi piedi
che s'inciampano gravi e duri.
Lenti d'occhiali sfuggono lontane
infrangendosi nel muto ambiente.
Lo sguardo s'alza
a vedere il mondo
che nel don don di campane
rimane sfumato d'incerto.
(Da I canti di Feder Krahe)
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