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Pubblicata il 05/06/2012
Nere goccie calano su grigi volti
quali voce s'odono
nell'immenso fragore d'un pianto...
l'urlo e il grido,
la risata e il ghigno,
l'offesa e lo sdegno.

Istantanee di sorrisi in corsa
che la mente non vorrebbe rammentare
ma che crudeli s'insinuano
come il filo nella cruna più dura.

Lacere foglie a sferzate di grandine impetuosa
che il freddo occhio del cielo dissipa
su questo mondo senza luce.
Riluce vaga la candela d'una casa lontana.

Nulla la mano afferra sprofondando
nel silenzioso vuoto
che sa d'amaro e sale.
Triste gioco d'un opaco imbroglio
che nemmeno il sole
potrà dipanare coll'alba rosa.

(da I canti di Feder Krahe)
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