PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 01/06/2012
Il nome vero suo mi era sconosciuto
Tera de Pipp ricordo era chiamato,
simpatico barbone sotto i ponti
viveva di Lambrate, spesso per di
vino un bicchier o quasi di un oste
delle bocce il campo rassettava
funzione dell’umore suo del trovar
ferme le gambe di quel la corretta
giusta via e allor cura e perizia lì
mostrava che da scolari uffici liberato
bambin curioso io questo suo far,
fase per fase, seguivo…domandavo:
via la polvere dannosa, le buche
livellar con di bianca sabbia nuova e
giusta dose, lieve non troppa d’acqua
inaffiatura indi la scorrevol stuoia e
il final rullo non di bocce sito parea
ma manto di vero e scorrevole biliardo.
Volle un giorno di un sogno vero suo
raccontarmi da lui da barbone mendicato
che anche lui volea da signor sognare,
così nella notte un dì fischiava il treno
e come d’incanto di quel rombante lui
si trovò alla guida ed ecco, bello: binari
immaginari e terre sconosciute, folle
la corsa non vi erano fermate…e poi?
Bambin te lo dirò se vuoi te lo dirò
domani, venne il domani tanti domani
ancora ma mai più tornò più mai d’allora.
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Milano anni'50
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Il titolo mi ha subito attirato...
la poesia mi ha conquistato.
Ottii ricordi in chiave poetica...
ciao Rusticus,
un caro saluto
Andrea.

il 01/06/2012 alle 19:55

Gentile Poeta

grazie

buona giornata

cordialità

rusticus

il 02/06/2012 alle 14:11

Sei bravissimo, sembra quasi una fiaba..invece è tutta vera.stile e versi meravigliosi
un caro saluto
ninetta

il 02/06/2012 alle 19:07

Cara Poetessa Ninetta

grazie e cordiali saluti

buona domenica

con stima

rusticus

il 03/06/2012 alle 12:43