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Pubblicata il 25/05/2012
Or taci di dolere
all'animo traspirante vibrazioni astrali
con le tue parole dal metifico verso,
che nessun filo ci lega.
Il vuoto che ci separa
sembra pieno
perchè si riempe d'ego sfarzoso
ai suoni di complimenti di carta.

Le tue presenze sono come briciole
che persino lo stordimento dei piccioni
non le nota.
Un segno che s'imprime d'ignoto
scatena il tuo infuriare vago.
Stanco e disilluso persino l'inverno
sceglie di diventare estate.

Ma nemmeno i suoni del sole
coprono il tuo esistere
che invade e cresce
come la mosca sull'ape.
S'avvinghia il cielo
alla terra...
che scuri colori s'imprimono
e tutto par grigio d'animo vuoto.

Sgombro la sedia
dall'invisibile tua presenza...
ora niente bisbigli e parole dal nero colore.
Frustra fit per plura
quod fieri potest per pauciora.
Fosse vera quest'ammonizione.

Io non ascolto più...
ma so che lontano
il leviatano grida.
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