...Dite almeno, amiche fronde,
se il mio ben più rivedrò...
Eco di tintinni vibranti
fendono polveri oscure
e istanti lucenti di rossi e gialli bagliori
scoppiettano stuzzicando il pensiero.
Piano le stelle crescono svanendo allo sguardo
che annega in carezze di blu
dai bianchi tocchi;
lontano il mattino vibra di rintocchi.
Ceca visione d'incanto splendente
nel sole dell'estate fanciulla,
tra strepiti di rondini
e ronzii d'api in corolle rosate.
Il groviglio dei ricordi nasconde un nome
ma lascia chiari contorni
d'un amato volto
di sorridente vita.
Invidia di Narciso chiamavi con bocca rosea
a giochi in limpide acque traboccanti luce.
La liscia pelle di levigato acero
e gli occhi marini di verdi sfumature speranzose.
L'Arcadia ancor trema per l'angelo perduto
che in quel tempo stringeva il mio fianco.
La luce avvolge il corpo nudo
e tutto un interno vibrare al tuo sottile
muovere coperte di lino.
Mareggiata spazza il litorale sabbioso
e gli ori spenti si tingono d'amaranto
mentre tutto sprofonda nel buio
d'un ricordo sommesso
di mai più vedrò.
(Ricordi cinti di versi-XI)