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Pubblicata il 19/05/2012
Vorrei che il mio amore morisse
che piovesse sul cimitero...

Parli e poi...
che suono hanno le parole
se anche le stelle hanno labbra di vuoto...
Vittoria il nome
si sperde come grano in becchi neri
di corvi su cieli bianchi.

Il silenzio dell'aria
avvolgeva le foglie
di gialli polveri.
Case di melagrana avevano respiri
che l'estate spargeva
e l'inverno moriva.

Tu il fiore d'una breve primavera
in abbaglianti acque dai bruni colori.
I gatti correvano sul vento
inseguendo farfalle di fantasia.
Le tue scale s'aprivano in porte calde
in cui perdere noi stessi in attimi innocenti.

Ha piovuto il cielo nei prati
infrangendosi su pietre nere.
I numeri si compongono in operazioni
senza soluzioni reali
e la complessità veste i ricordi
lasciando inermi certezze.

Un'auto parte; nel cielo grigio i piccioni.
E chissà se in case di memoria
sei tornata...

(Ricordi cinti di versi-IX)
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Scusate la ripetizione non voluta,
arrivederci
Andrea.

il 19/05/2012 alle 14:31