Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria...

Fremente borea dalle cime lontane
giunge in secche voci di morte campane.
Nuvolo l'azzurro del giorno
che spegne e rattrista tutt'intorno.
Fischia un merlo tra rami ignudi
allo sferzare di folate rudi.

L'inverno amico giunge
e il nostro amore congiunge.
Ma non ancora posa bianche dita
diffondendo nei prati una bruma infinita.
Poi il vento trascina tutto in ignoti confini
e restiamo a mirare brinati giardini.

Or piove dal cupo cielo timoroso
e nell'aria esala fragranza di timo odoroso.
Godi tu delle rime D'Annunziane
mentre il pensiero mio involge in luci lontane.
Petroso il cammino tra bagliori di lampi crudeli
sotto gli sguardi pubblicitari di figure infedeli.

Un randagio zuppo d'emarginazione
sedeva al marciapiede illuminato da un tetro lampione.
Lo salutai e nei suoi occhi la mia solitudine
figlia delle voci della irrequieta abitudine.
Poi si allontanò di scatto
lasciandomi solo, bagnato come un ratto.

Solo un immagine d'un tempo passato
nemmeno così triste tra quelle che ho incontrato.
Fluisce via la visione nel buio del pensiero
e torno alla realtà cercando del temporale nero.
Lucente appari, un caldo fuoco sullo sfondo quieto,
ti bacio rapito mentre fuori piove luce sul pineto.

(Ricordi cinti di versi-XVI)