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Pubblicata il 16/05/2012
Scruto cio' che l'io esterni
e rapito da enigmatica presenza decanto cio' che piu' caro abbia: Vita.
Uomo, la cui vulnerabilita' desti stupore da divenirne il tempo artefice di espiato abbandono, assolva il fustigato ecclissarsi di desideri arenati.
Comprendo la contraddittoria apparenza tra fragilita' e senso d'apparire e pur nulla giovi al nostro terreno itinerare.
Vita: meritevole soggiacere archetipo mescolio di essenze se pur velate a volte ingannevoli ma deste ad essere vissute.
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