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Pubblicata il 14/05/2012
Potessi perdonarmi
tu fuoco
che tutto travolgi
ascendo, o mi inabisso
non posso saperlo
se chiusi ho gli occhi

Non perdoni
non fermi la tua corsa
è legge
persino il mio delirio
la memoria
ha un arco troppo breve

Sembra contro natura
fermarsi
con tutto
anche te stesso contro
come Amleto, il folle
fare e dire
quello che non vorresti
solo così, forse
ti crei un destino nuovo
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caro Amleto, tolti i vestitini neri prova a perdonarti che vien notte in fretta e poi nel sonno rivedi tuo padre fantasma che predice delitti. sei semre in forma. capita e apprezzata in maggio da rich.

il 14/05/2012 alle 12:19

il problema non è quello dall'esterno, Dio fuoco o altri, quello penso sia più facile.....
il problema è dall'interno: noi perdonare noi.....siamo spesso i peggior giudici di noi stessi.....poi è vero, c'è chi si autoassolve con grande facilità, forse troppa...questione di carattere, o anche di destino...
molto sentita questa tua...
ti abbraccio
eos

il 14/05/2012 alle 19:25

mi ci mancano pure i fantasmi...grazie mia cara, amleto ti saluta

il 14/05/2012 alle 21:47

hai ragione eos, ma piu' spesso piu' che colpe si ha a he fare con parti di noi che sono fuoco puro, che può essere anche distruttivo, o autodistuttivo...dico anche..è proprio lì che è difficile fermarsi, ma forse è anche necessario, per capire...grazie eos
ti abbraccio

il 14/05/2012 alle 21:52

non pensavo alla poesia, nondimeno la tua definizione è interessante...grazie

il 15/05/2012 alle 20:26

non ho mai amato molto la figura di Amleto, a causa della sua forte contradditorietà, però mi piace l'accezione che prende nella tua poesia.
Un tentativo di cambiare, rinnovarsi per giungere ad una condizione nuova, possibilmente migliore.
Un caro saluto arturo,
bella poesia,
Andrea.

il 16/05/2012 alle 19:33

è solo un interpretazione della sua vicenda, calata nella mia vita...grazie Andrea

il 16/05/2012 alle 19:41