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Pubblicata il 14/05/2012
In un solito percorso in auto,
come mia consuetudine,
guardo il cielo limpido e sgombro
tanto cristallino che sembra
entrarmi dagli occhi e spandersi nell’animo
riempendolo di azzurro, e….Ti scorgo,
sei lì, al centro del mio orizzonte visivo,
una virgola appena accennata,
eterea pausa, che par che voglia
suggerirmi una tregua interiore,
un istante, finalmente, sospeso sul presente.
Tu piccola pausa senza parole
mi inviti a godere il momento,
non più fuggente, non più già passato
o proiettato nell’immediato futuro
ma presente, attuale, ora, qui.
D’incanto sono in uno stato di grazia
tanto ben predisposta che
il turpiloquio automobilistico di Gino,
insolitamente non mi irrita, anzi,
mi strappa un divertito sorriso.
Distolgo gli occhi non voglio vederti svanire,
ma godermi questo senso di quieta armonia
che la tua effimera comparsa mi ha donato.
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