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Pubblicata il 09/05/2012
...Ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso...

Penna così tratteggi pensieri e sogni su fogli di luce.
Era il tempo dell'amore che non riluce,
noi fanciulli per le vie dal vento di piuma
ridevamo scherzando sotto manti di verdi e azzurri.

Franz, resta il tuo nome e il volto legato ad allora
non posso scordare il segreto che la lontananza nascose.
Docili guglie avviluppate di sole cingevano laghi
d'infinito libero vivere d'argentei e cristallini colori.

Dopo i primi tempi di tra bonaccia e tempesta
nessuno potrebbe negare che diventammo cozze di scoglio.
E ridere, giocare, comprendere segreti e pianti consolare.
Amici eravamo finchè il desiderio è cambiato.

Si perchè non potevo sospettare la tua rabbia segreta
al mio continuo amare occhi azzurri di femminei visi.
E fu presto compreso il tuo silenzio
quando il tuo bacio tentato finì in amaro schianto.

Ho visto una foto di bisonti in corse d'amore
e mai ho voluto giudicare il naturale incontro.
Ma non potei mai accetare
il tuo pretenzioso desiderio.

Ora le strade di te son vuote e mute di voce.
Il suono d'uno squillo non annuncia il tuo arrivo.
Resti amico lontano
d'un particolare ricordo.

(Ricordi cinti di versi-VI)
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davvero splendidi i due versi dell'incipit!
ciao
L.

il 09/05/2012 alle 20:50

ti ringrazio, ma non sono miei, sono di S.Penna.
ciao L.
Andrea.

il 12/05/2012 alle 17:32