...Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi...

Vane parole cingono istanti di luce;
ho mai brillato...
Perchè osservare senza domandare
e nella notte in sogno o pensiero rimuginare...

Pezze d'argento splendente in piscine al sole;
ecco il ricordo chi invoca.
Non ho mai pensato all'infinito oltre il cielo,
perchè dovevo, la vita era un fiore nella mano.

I sorrisi di amici che l'estate portava col sole
erano momenti in cui la libertà sfuggiva al tempo.
Ombre verdeggianti dai sussurri di quiete
le attese dell'ora d'un bagno di divertimento.

Ma poi solo sprazzi di memoria sono rimasti di tutto.
E allora presto l'inverno congelò l'animo
e la solitudine rimase l'unica voce del mio silenzio.
La luce divenne lume di pallido sole.

Ho mai brillato...si risponderei all'ignoto passante.
Ma qui, solo qui, la verità muove la mano
e rivela il sincero attimo d'eterno morente
prima del respiro d'amore che un la bruma condusse.

Quei versi ricordano gli attimi morti
che spensero gli occhi ai riflessi della gioia.
Ora Kalmia sboccia e delle stagioni è fiore;
nessuno sguardo può muovere paura.

(Ricordi cinti di versi-III)