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Pubblicata il 08/05/2012
Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve....

Così risuona un canto nella memoria
sparsa in chicchi di melagrana rimembranti
voci e umane figure d'un tempo caduto
nell'ombra del passato sfumato.

Voci di bimbi in corsa tra alberi verdi
e l'edera secca aggrovigliata ad un masso
s'intrecciano in quadri d'indefinite certezze
di chi amico è stato e non sarà mai ritrovato.

Volti di sordi riflessi in finestre di polvere
tremanti all'operazione d'un'errata divisione.
E d'un tratto il cielo sfaldò il chiaro viso
e dal grigio soffuso scesero dita bianche s'un sorriso.

La via lunga senza fine per case addormentate
all'ombra di cipressi ombrosi bianchi d'inverno
percorsi come solito il giorno proponeva.
Quale canto proruppe dal silenzio...

Il pianto d'un bimbo sfuso al fischio del merlo
sparse note sui fili della corrente sospesa
chiamava il vento o un padre lontano
o il triste ricordo che si muove di mano in mano.

Vestivasi di notte il sole, pallida di morte la luna.
Un nome, un nome, solo quello nell'aria
ma il volto amato scomparve nell'ombra
e a consolare il cuore solo un pianto.

(Ricordi cinti di versi,II)
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Ricordi, di un’epoca andata e di affetti “perduti”, meglio sarebbe dire di volti e voci che si riaffacciano, vivi, dentro di noi. Immagini dell’infanzia, alberi verdi e grida infantili, ma un ricordo, doloroso, domina su tutti e i versi prendono a scavare sempre più a fondo, velano il sole e danno alla luna un tocco di morte. Tutt’intorno un gelido paesaggio invernale. C’è il conflitto tra dolcezza e dolore incarnato e suscitato dai ricordi. Un dilemma insanabile. Poesia molto apprezzata, ricercata ed efficace nello stile e nei contenuti.

il 16/03/2013 alle 23:22

Grazie per aver notato questo vecchio scritto...l'analisi fatta è ottima e pienamente giusta... ti ringrazio,buona domenica, andrea.

il 17/03/2013 alle 18:35