Il poeta incominciò.
Attaccò l'esperte dita alla cetra e prese
A mandare quel suo suono di chitarrella
Sotto il chiar della Luna
*
Vorrei ben essere un picciolo cane,
Mie signore;
E lieto senza pensare al dimane
Passar l'ore
-Signor, lei mi pare
Non sappia che fare.
Suvvia, dica altro
Più gaio o più scaltro
Ma come mai potrei dire altra cosa
Mirando il rosa
Di vostre tenere bocche?
-Ben mi sta!,
Dico, ma
Dica di cose men sciocche
Di queste deliquescenze barocche
Oh! Mai potranno codeste mie mani
Regger di vostri capelli due ciocche?
-Lei ci guarda con occhi da fame
Mai voleste creder, mie dame
Quanto questo mi suona infame!
-Orsù, vecchio buffone,
Almeno ci canti una canzone
Sappiate quanto mi piacerebbe
Cantare quella
Della vecchia chitarrella
Che tanto plauso ebbe
E che il cantor strimpella
Sotto una stella
-Oh, mie care!
Ancora la mena
Con tal cantilena!
Bisogna scappare
La vita è tal punto
Di sventure carca
Ch'io giunto dove giunto
Fu Calderon de la Barca
E vorrei essere un picciolo cane
E vorrei esser la figlia di Ietro
E sorridervi da dietro
Le verdi persiane...
*
Il poeta morì mill'anni dopo, il cuore
Ancora trafitto da quel colpo
Che alcun gli scagliò
Allora che aveva deposta la lira
E più niuno era a vederlo
Ahi, che fu, che fu?