Confinata nel lento finire
del coro dei grilli,
la notte spossata s’affida
alle ultime stelle,
appena s’accenna ad oriente
una linea sottile di chiaro:
è ora l’effimero spazio
di un ignoto silenzio,
a cui non par vero
che s’oda soltanto
l’afflato di roride gocce,
discese a baciare
il sommo dell’erba.
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