Io sono un poliziotto. Sono abituato alle brutture della vita. Le brutture..e quali ? Direte voi..La prima è nascere. Si nasce piangendo. Due cose: cosa vede veramente ( o sente)il bambino venendo al mondo? Dei mostri forse? Il freddo, sicuramente, e poi prende subito un bello schiaffo..una bella accoglienza, non c'è che dire. Nascere è un trauma, e forse, dentro di noi, si sedimenta il terrore.Ma allora la paura di morire non potrebbe rievocare inconsciamente la nascita? Abbiamo paura di morire, ma forse abbiamo paura di nascere, o di rinascere. La morte cos'è? Ha mai parlato un morto? Ma questa è filosofia, niente a che fare col mio lavoro...La vera bruttura è la violenza, la cattiveria gratuita, di cui è permeato il mondo, il nostro mondo..E' un mistero però..anche nelle vite piu' devastate vedi quell' attaccamento alla vita che non so spiegarmi...Un uomo ha ucciso la moglie, e sparandosi fa in modo di caderle quasi in grembo, come in un ultimo abbraccio...Io arrivo per primo sulle scene dei delitti, e penso, e noto, anche quando parlo d'altro...Chi può dire cosa c'era in quell' uomo? Quale inferno? L'odio, l'amore, la violenza...tutto follemente intrecciato...Quell' ultimo abbraccio somiglia ad un quadro, che non ricordo, a me sembra, nel suo abbandono, quello di un figlio che si getta tra le braccia della madre. Non che giustifichi. Io sono un poliziotto. La punizione ha in se qualcosa di pietoso, è una possibilità, perchè soffrendo, si può capire. L a giustificazione non da possibilità, mai. E' lei, questa falsa pietà, la vera crudeltà.
Ma perchè ho fatto il poliziotto? Perchè volevo vedere l'uomo da vicino, nella sua nudità. L e situazioni estreme, quelle dove c'è la paura, l'odio, le passioni che sconvolgono, quelle, a me, sembrano piu' vere...Da giovane pensavo che seduti in salotto, con le gambe accavallate, tutti son buoni a parlare..La vita agisce sotteraneamente, comunque, e scava...quelle rughe, le bocche fintamente distese, quei sorrisi stirati..L'uomo così diventa brutto, anche se perfetto, non so se mi spiego...Le passioni mettono a nudo, tentano, distruggono, possono salvare...Sono come grattuge, grattano tutti i punti sensibili, facendoli dolere, piangere, ridere, così che l'anima si affaccia, uscendo da quel cantuccio in cui è sempre rintanata. Quanti uomini ho visto piangere, al colmo della disperazione, nella consapevolezza del male fatto, ed a volte ridere, ed ancora piangere, ricordando...Ci sono poi i casi difficili, quelli dove è arduo capire...Mi trovo davanti individui talmente subdoli, che pianificano, prevedono, studiano alibi, recitano talmente bene che nemmeno i piu' grandi attori...Allora diventa una sfida. Io lascio fare a loro, ed ascolto. Accade che un lampo degli occhi, una luce particolare, una parola gettata lì mi aiuti a capire. In fondo, e non lo dico io, ogni colpevole vuole essere scoperto. Il suo fardello è pesante. La menzogna è una sposa che divora tutto di te...Adesso non è piu' così. Troppi delinquenti. Nello smidollamento generale si uccide per nulla, per un pò di soldi, a volte anche per noia. Nessuna scintilla, l'occhio è opaco, troppa droga, alcool...Questi volti ormai hanno solo i segni della degradazione...Che fare allora? Mi sento come un arbitro che corre da solo in un campo di calcio vuoto, senza piu' squadre, senza spettatori...Racconto adesso un pò della mia storia, forse sarete curiosi....
prima parte
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