Ho smesso oggi, di pronunciare il tuo nome
In principio la parola era sacra, un segreto
che non volevo raccontare a nessuno
Allora presi il mio fedele servo e camminavo
trovai infine una vecchia quercia, la sua solida ruvidezza
e nell’incavo urlai in segreto, forte. Essa lo custodirà.
Poi venne il tribunale e tutti si alzarono in piedi e ci
fu silenzio di solitudini marine. Poi, come anemoni
ognuno fluttuava a modo suo, per rispondere delle
proprie pagine scritte.
Sulle mie, era il vuoto vacuo e informe su cui
galleggiava la memoria di quel nome
e si compì quell’atto
l’incontro del nome con l’odore freddo dell’aria
con le formule della terra
e gli animali s’addormentavano dimenticando anche loro
l’inquieta famiglia delle lettere
Era così, tutto scintillante ed era caldo sole che
abbagliava, vibrava mentre fu pronunciata la rottura
un sigillo. E a me andò bene
mi diedero il minimo della pena.