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Pubblicata il 13/03/2012
Verdi poggi morenici,
alcove di nobili viti
avvezze ad un sangue
versato per sconfitta,
tra voi oggi passeggio
figurandomi la scena
di quell’estivo giorno.
Una folata di vento
caldo mi rammenta
il fischiar dei colpi
rasente il capo;
un volo di corvi
indecisi sul verso
somiglia alla corsa
dei barellieri;
l’improvviso zittirsi
di qualche cicala
dolente rievoca
l’esalar delle anime.
Quell’uomo su in cima
mi pare il sovrano
che pensa al proclama
e il suo sguardo
corre lontano.
Il tuo nome, Custoza,
è scritto sui libri,
ma il tuo suolo
è più di una pagina
da cui imparare:
ancora riemergono ossa,
che intatte o scheggiate
lasciano intendere,
a chi oggi lo voglia,
l’immutata lezione
della nostra storia.
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