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Pubblicata il 10/03/2012
La lingua del fiume ci rammolliva i polpacci.
“Com’è fresca quest’alba!”
Non una bestia
che ossasse sporcarci la fonte.
“Bevi tranquilla, Calliope.
Senti come si è fatto lontano il respiro delle linci…”
E ci accarezzavamo i capelli a vicenda,
guardando i tronchi scivolare sul fiume
a invadere altre steppe,
con le mani che cominciavano a impinguarsi di anelli.
Negli occhi saette.

Ma ci si stringeva il cuore
a vedere i passeri iniziare a temere
lo sferragliare delle nostre gole,
e fuggire per sempre al tocco
delle dita.
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Sei troppo buona/o con quello che scrivo. Ma grazie teantissimo lo stesso. Mi fa piacere anche, come hai scritto in un commento precedente, che il mio modo di scrivere ti incuriosisca. Salud

il 10/03/2012 alle 13:59

Mica sei un idealista?
Comunque sia, sei tosto.Ciao eclisse.

il 10/03/2012 alle 16:08

Immagini poetiche con un tocco di sensualità-

il 11/03/2012 alle 10:40