La lingua del fiume ci rammolliva i polpacci.
“Com’è fresca quest’alba!”
Non una bestia
che ossasse sporcarci la fonte.
“Bevi tranquilla, Calliope.
Senti come si è fatto lontano il respiro delle linci…”
E ci accarezzavamo i capelli a vicenda,
guardando i tronchi scivolare sul fiume
a invadere altre steppe,
con le mani che cominciavano a impinguarsi di anelli.
Negli occhi saette.
Ma ci si stringeva il cuore
a vedere i passeri iniziare a temere
lo sferragliare delle nostre gole,
e fuggire per sempre al tocco
delle dita.