Tin tin tin tin...
invisibili unghie battono sul vetro opaco,
il tremare di luci rabbiose tra i vortici neri di nubi,
l'aria dal sapore asciutto serbante rancore,
tutto si trasforma nell'abbraccio del temporale.
E non conosce sosta il grigio del cielo
che nell'orizzonte svanisce diventando nero monte
gli alberi immobili come a comprendere il dolore
si lasciano bagnare dalle sapide lagrime
mentre rumori d'ira nascosta avanzano dall'infinito.
Silenzio veste l'immobile atmosfera...
Scoppio d'imporvviso grido
e del mortale pianto che sale e cresce
il lieve battere d'acqua diventa il deciso perforare
di chiodi battuti dal ferro più duro.
Quale vendetta serba il sole
in questo giorno buio ove tutto muta e il volto è pallido
e la strada è scura mentre fiumi interminabili
cancellano le inmpronte lasciate da bambini
su sabbia stanca rimanente inerte in un prato fatto lago.
E come venuto dall'antico cuore del male
il temporale lento svanisce, le dita scompaiono,
il suono s'acquieta in attonito silenzio,
il nero delle nubi s'allunga immergendosi nell'orizzonte
e del giorno spazzato d'acqua resta un fiore, luce di sole.
A.G.