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Pubblicata il 29/02/2012
I giorni le ore il tempo
della mia vita
avrebbero dovuto bastarmi. Non albe non astri
non sogni
avrebbero ancora dovuto tornare
salendo dal fondo
per darmi piacere o dolore. Solo le mani nude
avrei voluto guardarmi
e fare nient'altro che vivere.
Interminabili file di etère
di carta
danzano invece sui sensi
arroccati
con grandi occhi vuoti
mentre l'animo greve
presago
affonda nel passato
inutili mani brancicanti
alla ricerca di suoni
labbra
tramonti
tormenti e voli di un estate finita.
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Se non fosse che capisco quanto dolore ti possa aver dato scrivere questi versi ti direi: ben venga la tristezza se ti fa poi scrivere versi così belli, e veramente struggenti...mi hai stupito per la sincerità ed il pathos, ed anche per l'eleganza e la nettezza delle tue parole...

il 29/02/2012 alle 23:02