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Pubblicata il 14/02/2012
Amica cara la nave nostra
che volgeva così credevo
all’isola dei sogni ove essi
s’ammantano del vero e là
mutarsi nella concretezza
quei cari sogni nostri
di una amore durevole e eterno
non so perché o per quale sortilegio
non solo la rotta abbia abbandonato
ma in zattera malferma all’onde
si sia pure di colpo trasformata
perdendosi con i sogni trasportati
in acque ignote di un misterioso mare.
Di chi la colpa se tua o mia mi domando:
il dubbio sorge che dal porto già
partita sia con al timone un nocchiero
falso e sconosciuto all’amor nostro
mago d’inganni e di filtri ingannatori.
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