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Pubblicata il 10/02/2012
Qualcosa è sortito
nel chiaro opalino,
acceso nell’aria,
che anticipa il giorno.
È l’acre sudore
del male del Mondo
che sento lavato
nell’acqua di fonte.

Le false credenze,
in un solo momento,
ho compreso bandite.
Che strisci in miniera
o sfidi l’Himalaya
che fenda la steppa
o resti aggrappata a una casa
la vita si è riscoperta.

Per tutti è un riscatto
dal proprio dolore,
un nascere vero
oltre il vuoto sentire,
un giusto tornare per dire:
è nostro il momento!

La guerra, la fame
l’odio, il terrore
il cieco sentirsi
legati all’avere,
l’oro, l’argento
hanno perso
per sempre la Terra.

Le vecchie speranze
sono ora di carne
lì nelle valli
nelle vaste pianure
sotto nuvole immense
nei mari, sui campi
non più trattenute
dentro ombre deluse.

C’è un passero poi
che plana sincero,
sul ciglio del giorno,
col frullo dell’ali
mi desta di nuovo
dal solito sogno.
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Frammenti di vita e natura in un perfetto connubio poetico.
Un caro saluto
Anfdrea.

il 10/02/2012 alle 14:46

Una splendida lirica in cui aleggia una presa di coscienza verso una rinascita..quasi una primavera.
Molto bella, complimenti.
un caro saluto
ninetta

il 10/02/2012 alle 15:03

La vita quotidiana è diversa da come uno la sogna,
poi c'è sempre quacosa che ti riporta alla realtà.
un saluto,eclisse.

il 10/02/2012 alle 15:16

classicità dei versi, modernità di contenuto....e poi quella descrizione della natura in cui sei impareggiabile...bella caro Sancho

il 11/02/2012 alle 09:51

Grazie per il commento.

il 11/02/2012 alle 10:06

Grazie per il commento

il 11/02/2012 alle 10:07

Grazie per il commento.

il 11/02/2012 alle 10:11

Grazie per il commento.

il 11/02/2012 alle 10:12