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Pubblicata il 02/02/2012
sono spogliati i rami
e puntano nel cielo
privato d'ogni traccia
di colore, come mani
tese su in preghiera
verso un fuggito Dio
che non donerà
mai più luce d'aurora

un freddo vento passa
venuto da lontano
forse da terre prive di tepore
e nemmeno muove più
la stanca foglia, legata
ormai a quel suolo
senza amore

in nuvola di brina
se ne va
tutto il mio respiro
s'unisce al grigio velo
che il mondo mio racchiude
come una prigione

smarrito sta sul ramo
un passero che invano
cerca il sole
nemmeno un canto
dona ormai
e forse più non ha
la voglia di volare

un brivido mi coglie
l'aria s'è fatta già
quasi di gelo
un fiocco bianco
vaga sotto il cielo

come un'anima inquieta
che s'è confusa
e non sa
più dove andare.
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L'inverno è la mia stagione, mi piace davvero tanto, credo sia la stagione che conferisce una doppia lettura, solitudine, introspezione, ma anche
amore e strano a dirsi calore.
Trovo che tu abbia reso bene l'inverno, questo inverno che non mi stancherò mai di leggere.
Un caro saluto
Andrea.

il 02/02/2012 alle 22:11

E' il tempo della malinconia, delle riflessioni e del tempo inclemente, il tempo che prepara una rinascita.
Grazie Andrea.

il 02/02/2012 alle 23:02

Dolce come un fiocco di neve su un candido viso.
RV.

il 03/02/2012 alle 12:05