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Pubblicata il 02/01/2012
Dall’Inferno mi racconteranno di te
di come usasti i polpastrelli delle dita
come prolungamento alle tue unghie
che tentarono in ogni modo d’arpionarsi
al suolo nudo. Nonostante l’istinto di sopravvivenza
cadesti nel baratro. Già, la terra chiama a sé
altra terra ed il vuoto seduce inconfondibilmente
la leggerezza dell’essere. Quale fu la tua colpa?
Quella di negare ogni sentimento verso colui
che aveva appena tentato di aprirti gli occhi!
E il bene fatto? Quel bene di cui ti vanti tanto
non nacque da un atto gratuito del cuore,
esso fu moneta contraccambio, usata per
ricevere la riconoscenza altrui che tanto spesso
rincuora e assicura i cuori piccoli e solitari.
Così dall’Inferno ti hanno sentito maledire
il mio nome e poi, in un impeto d’ira hai aggiunto
che anch’io t’avrei raggiunta tra i dannati.
Mi dispiace per te, Virginia, le nostre strade
qui si separano.
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la gratitudine è rarissima tra gli esseri umani che facilmente dimenticano il bene ricevuto...in particolare alcuni non amano sentirsi dire la pura e semplice verità, la prendono come un'offesa personale e quando si trovano poi all'inferno, non cercano il modo di uscirne, riconoscendo con umiltà i loro errori ma loro unico pensiero è trascinarvi anche chi un tempo ha provato ad aprir loro gli occhi.
meglio stare alla larga da persone così, hai ragione.
ti abbraccio
eos

il 03/01/2012 alle 22:42

MI piace e mi affascina la tua lucidità. Sei davvero intelligente ed intuitiva. Un bacio gentile, Fabio.

il 04/01/2012 alle 07:49