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Pubblicata il 01/01/2012
Tu che le stagioni tutte dell’amore

hai vissuto tanto assaporando

della primavera le primizie

quei fiori azzurri variopinti

che a te s’aprivano vogliosi

d’offrirti la delicata essenza loro

ch’hai assaporato le delizie gioie

qual i gustosi frutti dell’estate

labbra rosse ardenti ciliege

da baciare pere succose per te

quei seni da succhiare nettare vitale

e laggiù le pesche tante vari colori

vellutate che aprendosi al desio

a te deliziato hanno i sensi il cuor tutto

la mente tu che l’uva asprigna tarda

dell’autunno alla bocca spremuta

inebriante mosto hai pur bevuto

che dalla secca castagna godevol

nutrimento hai poi lieto gustato

che dell’inverno degli agrumi aspri

ti sei di tanto in tanto deliziato

più il profumo più odorando il frutto

sol guardato toccato sfiorato con gentil

tatto anco accarezzato capir non puoi

chi fiore mai sì colse non gustò

ciliegia della castagna dal riccio

poi fu punto pure e vecchio si trova

come un limone senza arancia in mano.
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Binasco: Ottobre 2011
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Grande amarezza in questi versi molto belli di chi ha perso il fiore della propria gioventù ed ora rimpiange fra le spine del passato ciò che più non spera di gustare.
Credo di aver interpretato in questo modo i tuoi difficili ma molto poetici versi.
Ho letto anche qualche altra tua poesia ed ho trovato in te uno stile inconfondibile.
Tornerò a leggerti.
Un saluto e Buon Anno Nuovo.
Giorgio

il 01/01/2012 alle 16:49

Grazie per l'attenzione

troppo buono nel giudizio sulle mie nugae

buon anno

cordiali saluti

rusticus

il 01/01/2012 alle 18:20