Torno col pensier
all'estate lontana.
All'imbrunire d'un cielo amaranto,
a nuvole che sparivano piano piano,
alla campagna infinita d'un sogno.
Tra i rivoli silenziosi
brillanti di viva luce ambrata,
tra gli steli di fresca erba
ombreggiati dall'alto faggio,
tra le spighe dorate
odorose s'immensità,
c'era una fanciulla che sorrideva.
Il bruno capello al vento
danzante come polline nell'aria,
gli occhi smeraldini
ridenti come goccie di rugiada mattutine,
le rosee labbra carnose
in cui fioriva l'amore come le rose.
Visione estiva fermata nel tempo.
Del purpureo cielo con le prime timide stelle,
della campagna in cui giaceva il fieno stanco,
del profumo naturale che esalava nel vento,
una fanciulla di cui mai seppi il nome.
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