nei grossi centri è così, tutti di corsa..nessuno vede , nessuno sente..
stile e significato rendono questa poesia bellissima.
un caro saluto
ninetta
E quando si mangia,non ci si guarda mai in faccia,magari potresti trovare qualcuno che ti da del companatico,non credi?Buon Natale:Eclisse.
odio questa stazione fintamente allegra: irrompi in un vissuto non svelato con l'oltrepasso poetico che piace a rich per allargarti in un bozzetto da Pietroburgo dostoevskijana, non sarai il principe Myskin?
le città grandi sono disumanizzanti, disumane...nate per motivo poco nobili nella loro dimensione mostruosa...questa mia è frutto di quest' insofferenza, che si tinge spesso di malinconia...grazie Rebel
si, e se cerchi di parlare con qualcuno ti possono prendere per uno squilibrato, e magari chiamare la polizia...E' così, ma certo c'è stato magari di peggio...grazie ninetta
ma si alla fine non è tutto negativo...e poi, è storia....grazie Eclisse, buon Natale anche a te
Il principe Myskin è un santo....è come Chance in "oltre il giardino", di Peter Sellers...la purezza presa per "idiozia", io non sono nemmeno paragonabile a loro...grazie tantissimo mia cara
sono pienamente daccordo con te Arturo,
non esiste un sorriso schietto e sincero,
tutti corrono per arrivare chissà dove.
In mezzo a tanta gente sembri invisibile
non c'è amore per il prossimo tuo.
Buona salute e srenità amico mio.
Marygiò
spero tu abbia superato quel problema di salute cara Marì...grazie per le tue parole, un grande abbraccio, e buon Natale
la stazione è un luogo di transito dove la gente c'è fisicamente ma è altrove con la testa e altrove ancora con il cuore...simbolo di precarietà è certamente il luogo meno adatto per fermarsi, conoscere chi ci passa accanto di fretta, frettolosi anche noi.
ma la stazione è a volte un luogo di incontro, di gioia del ritrovarsi...dipende da cosa ci andiamo a fare...non è la stazione in sè il problema, altrimenti le giostre sarebbero il luogo della gioia...invece gli stessi sguardi( di adulti ovviamente) che guardano e non vedono li incontri anche lì.
I bambini e i giovani invece sono generalmente allegri davvero...penso ai gruppi di ragazzi che vanno a scuola...il problema siamo noi adulti, che facciamo le cose sempre e solo per dovere( anche per assicurarci quel famoso pane che gonfia solo il ventre)...
non credo sia un problema di epoche ma di età e tendenza a ricercare il senso delle cose che facciamo, specie quelle controvoglia. Anche una stazione di diligenze penso che faceva lo stesso effetto agli uomini di un tempo, benchè circondate di alberi...siamo noi adulti a lasciarci travolgere dalla frenesia di "fare in tempo" e dimentichiamo noi stessi...uomini e donne col cuore altrove sempre e dovunque.
mi fa molto riflettere questa tua che trovo molto vera e bella.
ti abbraccio
eos
il problema che non si vive piu' il "viaggio", ma c'è sempre un "altrove" da qualche altra parte...il lavoro, la scuola...è un luogo di transito, e quindi spesso ci sono solo fantasmi...se la vita è "l'adesso", sempre, è un luogo estraniante...mai come ora..ma poi dipende dagli stati d'animo, ed il mio, quando l'ho scritta, non era certo dei migliori....grazie eos
ti abbraccio anch'io