PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 08/12/2011
Ormai giace morto l'autunno a terra,
avanza lento un vecchio canuto.
E' l'inverno che sopisce il mondo
e porta la neve che unisce i cuori,
mentre nel ciel luminoso vibra Capricornus.

Giungono feroci i Titani a portare tempesta.
Tra loro s'erge Tifone adirato,
che con le braccia copre il mondo
e son le sue dita draghi, nel suo sguardo l'inferno.
Fuggono gli dei verso le sabbie d'Egitto,
ed ognuno si muta in animale.

Nibbio è Apollo, ibis Ermes.
Dioniso è capro, Are è pesce.
Anche il satiro Pan fugge,
e mentre inizia a divenir capro,
resta in acqua il suo corpo
che diventa pesce.

Colpito Zeus della nuova forma,
lo innalza ai divini astri,
dove tra il firmamento
si fa chiamare Capricorno.
Vive placido nel suo corno la natura,
pronta a sbocciare in primavera a cornucopia.

Aigòkeros nuota nelle ombre del cosmo,
e come l'acqua è volubile spirito,
freddo e caldo, distaccato e amorevole.
Guidato da Saturno vive il cupo inverno,
scordando spesso il guardo di Venere
ah ma quando la vede
come candido fiore s'apre all'amore.
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Ci siamo, finalmente!, non vedevo l'ora.
Ottima.
Alessia

il 08/12/2011 alle 21:12

Non ho mai creduto hai segni zodiacali, mi limito a farti i complimenti per la tua bravura, nel
componimento poetico.un caro saluto,Aldo.

il 09/12/2011 alle 00:07

Grazie, felice del gradimento, non sapevo che anche tu fossi di questo segno, felice di saperlo.
Ciao e grazie.
Andrea.

il 09/12/2011 alle 18:16

Non dobbiamo per forza crederci, è solo un modo diverso di spiegare i nostri comportamenti, mantenere un legame con il mistero e al contempo credere di avre un maggior controllo sul nostro destino. Grazie , felice del tuo gradimento. ciao caro amico.
Andrea.

il 09/12/2011 alle 18:18