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Pubblicata il 07/12/2011
Volge la natura al pieno autunno,
non solo quello dei colori,
ma anche delle nebbie misteriose,
delle piogge copiose che scendono
dal cielo dove leggiadro si muove Skorpios.

Medita vicino alla fine Irieo la sua solitudine,
l'arroganza della gioventù non genera figli.
Ma chi giunge alla porta,
tre contadini che felici dell'ospitalità,
rivelano i divini volti
del tuono del mare e del vento,
pronti ad esaudire il desiderio del vecchio.

Miracolo, nasce Orione,
gigante voglioso di caccia all'amore.
Mira la dolce Side, la cui vanità punita da Era
la porta ad abbracciare il Tartaro.
Come resister alla bella Merope di Enopione,
padre incestuoso che segretamente
possiede la figlia.

Cecato Orione,
dopo aver violentato Merope,
fugge ad oriente ove per grazia di Elios
riabbraccia la luce.
Ma miele della lussuria non v'è freno
e tenta di possedere Artemide,
che furiosa scatena l'amico Scorpione.

Così mentre tramonta Orione
sorge divino tra gli astri Nepa,
accompagnato dal rosso Marte
e nascosto dal cupo Plutone.
Vive così la frenesia d'amore e morte.
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mi ci ritrovo nell'ultimo verso, scorpione che non sono altro, grazie del piccolo saggio, da rich.

il 09/12/2011 alle 11:57

grazie a te del gradevole commento, felice di apprendere quale sia il tuo segno, un saluto
Andrea.

il 09/12/2011 alle 18:25