complimenti! hai descritto in maniera perfetta il farsi poesia del dolore e le parole che sgorgano a fiotti, come il sangue, quando siedi "davanti all’infinito
Ed io che ci corro in mezzo "
molto, molto bella.
ciao
eos
Nei versi, un benessere chimico che non ha consistenza, smuove l’anima ma verso orizzonti finti e ripetitivi. Eppure, dinnanzi a quell’infinito ammirato da una poltrona, in vino veritas, le parole fluiscono… verso dove? Chi lo sa! Incisiva.
mi piacciono molto le tue poesie.
le leggo molto volentieri.
ciao
klavier