PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/11/2011
Sembrava arrivato il giorno in cui si decideva la mia vita.
Mi circondavano oceani di gialla solitudine ed sulla testa incombeva
un cielo fatto di polimeri provenienti dalle fabbriche neurologiche di Tashkent.

Una volta il principe Myshkin aveva chiesto: “Signore,
perchè mai muoiono i bambini?” Io non avevo tali epilettiche ambizioni.
Volevo soltanto diventare un poeta e sposare una poetessa dai capelli rossi.

Nei fine settimana lei avrebbe indossato lattice dalle tinte forti
e calze a rete. Ma il mio stile, che direi buono, mancava di profondità.
Era frigida bellezza. Pensai di farmi prete per non diventare omosessuale.

Oppure macellaio che mi piacevano i nomi dei muscoli bovini
e dei tagli della carne nelle loro infinite varianti regionali. Mi piaceva
anche brandire il coltellaccio su un ceppo di legno con croste e profondi tagli.

Valutai inoltre le seguenti ipotesi: cambiare nome, cambiare psichiatra,
fare il suicida di professione, fare l’angelo vendicatore, abbandonare i cani
in autostrada, abbandonare ogni velleità di trasformare questa mia derelitta vita.

Che dalle colline colavano allusioni e il mondo non s’era fermato
ad aspettarmi. Fu la più grande delusione e la presi come un affronto
personale. Non decisi nulla e continuai a fare quello che non sapevo fare.
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i bambini muoiono oltre la nostra pietà per renderci degni di soccorrere altri bambini senza fortuna, rich.

il 06/11/2011 alle 17:26

sapendo che bramerà i commenti delle due-tre persone su questo sito in grado di capire che questa poesia NON parla di bambini morti, Le dico: superba. da applausi.

il 06/11/2011 alle 17:43

ognuno sente quel che crede, i due o tre permettendo, rich.

il 06/11/2011 alle 17:51

chissa', sarebbe una bella spiegazione, ma non ne sono sicuro. grazie rich.

il 07/11/2011 alle 06:42

e' chiaro che ci sono delle persone i cui commenti mi farebbero piu' piacere, ma non perche' in grado o meno di capire, solo per una maggiore affinita'. questa poesia parla di bambini morti oltre che di bambini e adulti in situazioni difficili ma alla ricerca di una soluzione.

e' il risultato della visione del telegiornale delle 20 e del grande cocomero, oltre che del viaggio di mia moglie e altre interferenze meno chiare in provenienza da pianeti vari temporaneamente allineatisi sul mio baricentro.

grazie per gli applausi, non mi inchino perche' mi parrebbe esagerato.

il 07/11/2011 alle 06:47

si, son d'accordo, e poi due o tre sarebbero cari ma pochi. io voglio diventare un poeta rockstar con fans sparsi per il mondo e letture davanti a folle oceaniche in delirio. rich, se vuoi ti mando la mia foto autografata, mi farebbe anche piacere avere la tua.

il 07/11/2011 alle 06:49

si, molto intima. il dolore e' difficile da spartire con gli altri, a differenza della felicita'. e forse proprio per questo ci si chiude in una stanza, si cala la testa su un foglio, e si prova a scriverne. grazie.

il 07/11/2011 alle 06:51

foto recenti non ne ho, sono molto schiva. auguri per i fans. rich.

il 07/11/2011 alle 13:06

ma ti prendi così poco sul serio? E' ammirevole tutto questo...complimenti per il prete ed il macellaio, da morir dal ridere....

il 07/11/2011 alle 19:37

ma almeno una ciocca di capelli, un brandello d'unghia, le impronte delle labbra?

scusa se mi permetto di scherzare, non voglio mancarti di rispetto.

ciao, cob

il 08/11/2011 alle 06:21

grazie! che bella iniezione di autostima. ora so che per te le mie poesie sono meglio del vomito di qualcun'altro. anche se forse meno dei ratti che girano di notte e del fango dopo le alluvioni.

anche se io consiglio sempre di parlare, sfogarsi anche con sconosciuti. ha un'enorme valenza terapeutica.

il 08/11/2011 alle 06:24

per niente sul serio. anche se il poeta e l'angelo vendicatore non sono mica poco come delirio di onnipotenza. grazie! ciao, cob

il 08/11/2011 alle 06:25