Si lieve m'accosto
e lesto un sospiro
m'avvolge di fresco.
Evado dal giro nefasto
di viver in un fiero agosto.
Saluti dai boschi
col fogliam damasco,
cromatiche frasche.
Pezzuole d'addii sospirati
a compiante remote estati.
Rubino è il regno,
e dall'ottombrin legno
cadon mature castagne.
La foglia invecchiata si libra,
volteggia nel vento d'ottobre.
L'abete silente
sul caduco monte,
nell'impervio costante.
Scruta dall'alte sue punte
l'oblio di fragili piante.
E plana serena
da piane a montane
lande e colline.
E stanca si posa altrove
a sognar la prima neve.
Sepolta da un mare
a parer immortale,
placata muore.
Non vano il suo fino dolore
farà grembo al giovane fiore.