PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 01/10/2011
Piange il cielo cristalli di ghiaccio,
muto silenzio della natura che muta.
Scivolano veloce sulle rocce
le acque del Chiese,
cantano tintinnii di campane
d'antiche chiese.

All'ombra d'olmi e faggi
un piccolo chiosco esala luce,
calore d'un ricordo lontano.
Una signora, figlia del tempo
siede davanti al fuoco,
fa cuocer caldarroste.

Rossi carboni ardenti,
zampilli, lapilli rossi ridenti,
salgono lenti,
profumo dolce, corposo
si spande nell'aria
intenso, come aromi d'oriente.

E mangiando una castagna,
ormai non più semplice frutto d'albero,
assaporo il buono, il calore.
E mentre si spegne il sole,
cullato dal fruscio del fiume,
naviga mente al passato lontano.

Un ponte, il fiume,
neve che cala,
io bambino dalle mani gelate,
mia madre, un sorriso, un bacio
mi dona boröle calde.
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Un dipinto di parole, c'è tutto, odori, colori e suoni.
Ciao, Fabricio

il 01/10/2011 alle 14:23

Mi è paiciuta tantissimo:buona come le caldarroste,
e il sorriso e il bacio di una madre.

cioa eclisse.

il 01/10/2011 alle 14:23

Ti rigranzio, mi fa piacere abbia trovato il tuo gradimento,
ciao,
Andrea.

il 01/10/2011 alle 16:12

Me ne compiaccio, sono felice che ti sia piaciuta, commento apprezzato, un saluto
Andrea.

il 01/10/2011 alle 16:14

Mi hai riportata in un attimo
indietro nella vita Andrea,
ero piccola mi stavo preparando per andare a scuola,
tutti i giorni passava alle sei di mattino il caldarrostaio
che vendeva allesse cioè le castagne lesse con l'auro.

Che bei tempi erano quelli
grazie Andrea per avermeli ricordati.

Un abbraccio affettuoso.
Marygiò

il 04/10/2011 alle 18:08

Grazie del tuo commentoi così sentito, e sono felice di aver risvegliato in te piacevoli ricordi.
Un affettuoso saluto ciao
Andrea.

il 04/10/2011 alle 19:45