PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/09/2011
io Upuaut
ordino che il pitaka
sia intrecciato da due schiavette
di Akasha

si depongano i resti della scienza esatta
nella capsula
e immaginando che sia festa
si alzi un canto alla taciturnità

per poi atterrare dall’idea all’alabastro
raffiguratemi come sarei apparso
se non fossi stato
il modello

per un lingam o un travicello
ma un morto
contemplativus in actione
e a fiotti sabbia musicale a scorrere

2.
seguirà l’edificazione
del nudo d’autore
nella rimpicciolita modestia
della donna della statuetta

non la versione lacunosa
della sposa uscita dal calendario
e condannata al sale
e zolfo di Gomorra e di Sodoma

al fantasioso
spiegherete
come siamo immersi
in un Romanzo

Rosa o,
sono parole
di Schlegel, senza
forza perché questo avvenga

3.

nella cosa come nella lingua
ci sarà sempre la vecchia spina
e quando mai finirà
di coccolare ciò che non ha
o di cancellare l’intero mandala
non si sa

non lo sa nessuno
se è fumo
o persecuzione
conversazione o soliloquio
soddisfazione o punto
G della finta vegetazione

infiammabile o gelida
rianimazione
di ogni offerta
divisa da ogni ombelico
e cartografia materna
di pupo e di marionetta

resa insignificante
per poi sedersi
a un tavolo
rovesciato
ordinare latte rancido
e pane azzimo


4. Sunless Tanning at Glow Beauty Boutique in Braintree

in altre parole
da viaggiatore
dovrei vivere di Einfühlung
quanto Alfa

dista da Omega
e piega a piega
racconta di come i soli
non abbiano disegni per noi

ma a sottolineare
la sprezzatura
e il torto
dello sfidante

qualcuno canta
perché sa cantare
e non impiegare
meglio il tempo
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Mi genufletto come sempre alla Sua alta sapienza poetica e alla Sua bestiale erudizione, che toujours a braccetto se ne vanno.
Ma perché non le pubblica su alberi morti, queste cose? O l'ha già fatto, e sta qui solo per coglionarci tutti?

[sperando esistano ancora, nelle nostre foreste decimate dal diboscamento e dalle piogge acide, degli alberi eroici. d'altronde, morire per dare alla luce editoriale i Suoi versi sarebbe dulce et decorum.]

il 27/09/2011 alle 12:27

io invece mi inchino. è di una bellezza straziante. sembra il soliloquio di Dio strafatto di crack al bancone del bar in un motel dell'autostrada.

il 27/09/2011 alle 17:54

Dio strafatto di crack - splendida immagine!

il 27/09/2011 alle 18:18