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Pubblicata il 23/09/2011
Che anni bui,
nemmeno lumi di chiarore,
nemmeno un flebile bagliore.

Tra venti e tempeste,
di voci, di grida.
Un paese
che ha visto le fauci dell'oblio.

I fiori novelli,
tremanti,
alla ricerca d'un posto al sole.
Vecchi alberi
issano le loro fronde spoglie,
ergono le loro muffite cortecce.

Ma nelle nebbie,
ove l'ingiusto non conosce piaga,
ove il giusto continuamente paga,
ove l'uom povero solo piange,
soffia una corrente di ribellione
la luce d'una nuova primavera.

L'acqua scava e depura,
il vento cesella con cura,
cadon così le vecchie montagne.
Non più la loro ombra oppressiva
oscurera il sole della giustizia,
che nascerà in una nuova alba
colorando il cielo di rosso.
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Scusate la ripetizione , non voluta, non ne comprendo il motivo.

il 25/09/2011 alle 18:31