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Pubblicata il 21/09/2011
A te… che attendi i miei chiodi appeso su quel legno, pronti ad infierire nel profondo delle carni fino a trapassarle con martellante potenza, scevra di ogni valore e dignità… non agitarmi il cuore colmo delle prove di questa superflua esistenza che galleggia nell’individualismo assoluto di chi non sente, non parla, non agisce.
A te… che speri che faccia tesoro dei valori della vita richiamati da fiumi e fiumi di parole che hai riversato nelle guerre delle coscienze, ho solo strappato le tue vesti per renderti ignudo al mondo così come sono io, con la differenza che la tua nudità è credere nel Progetto mentre la mia è una vergogna nel manifestarlo.
A te...che guardi dall’alto la mia minuscola figura, esalti il sacrifico e la dedizione totale al Padre che dovrei avere, e che oscuro con l’incessante egoismo - individualismo quotidiano che inghiotte avidamente ciò che di buono è presente nel mio intimo.
A te…Cristo che non chiedi, non parli, ma guardi e ascolti i passi rumorosi del mio vagare solitario in una oscurità irta di affanni, accendi la fiamma e fai ardere il cuore, fallo vivificare e produrre una luce inesauribile, orientamento per il prossimo.
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