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Pubblicata il 26/08/2011
Gli abbandoni sanno di sale
e scintillano di spade sguainate.

In un angolo abbracci
sono orme ormai disfatte
dagli anni. Le cui ombre
si sfaldano e cadono
dalla memoria.

Non voltarti: vedresti
l'inferno, il mal tempo, un livore.
Procedi diritto sperando sia stata
sbagliata la mira d'una coltellata
sferrata alle spalle. E se anche
colpisse che fosse soltanto
un errore dei sensi.

Invece è l'orrore. Dove
altre volte ci stavano sapori
di seta e bagliori avvolgenti.

O almeno che fosse
un dolore da niente. Lo speri.
Malgrado tu sia a terra in ginocchio
la testa pesante gli occhi socchiusi di pena.

Eh. Un addio non è mica
una cosa da poco. È voce aspra
narici tremanti occhi iniettati di sangue.
È cuore marcio di odio. Saturo d'odio.
Ed allora non resta che spegni
la luce e t'affidi al sonno
incosciente. Ah. Se
mai ci riesci.
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colpito da questa tua, dove la freddezza descrittiva è rotta da squarci di pathos, e poi...mi son rivisto anch'io..

il 26/08/2011 alle 21:35

spero di non averti fatto male... a tutti e' capitato e sappiamo che fa male. per questo in genere scappavo prima. ma era un'altra vita.

il 27/08/2011 alle 15:56