Ci sono momenti
in cui provo a staccarmi dal baluardo
turrito
cui sono embricato da sempre.
Vago nel nulla
e subito sembra panacea
l'incostanza delle forme
la delirante confusione dellIo.
Percorro attimi devianti a ritroso
a rifugio
ma non mi resta scampo.
Nella torre ancorata non vi è suono
nè oscura notte in agguato
ma esitanze sospese
silenziosi inganni del non fare
del non essere
approdi sicuri ed esecrati.
Anestesie esistenziali a sostegno
chiudono il ciclo
e la sutura quasi non si vede.