Siamo Le Impronte Di Dio
Il Natale è il giorno in cui Cristo
si incarnò in Gesù e fu il Messia,
al fine di tramutar la terra in cielo
e trasformar gli uomini in Déi.
Questo giorno è molto festeggiato,
ma si può affermare che splendiamo
di gioielli che ci riversa in grembo?
Oppure che il Suo Messaggio
l’abbiamo seminato nel cuore
facendo sbocciare una vita
e le aspirazioni più elevate?
No! Perché l’ipocrisia
si maschera da devozione!
Quante volte le parole
che la nostra lingua pronuncia
nascondono le attività della mente
e gli istinti bestiali dei sensi?
Spesso dimentichiamo che,
con ogni alba e tramonto,
viene tolto un giorno dagli anni
che ci sono stati assegnati;
camminiamo su linee tortuose
dalla culla alla tomba,
negandoci la luce della saggezza,
mentre apriamo una strada a fatica
attraverso la jungla di materia,
priva di lumi e chiari sentieri.
Ma anche un lumicino svelerà lo Spirito
che risiede in ogni cosa ed essere vivente,
purché ci sia una volontà sincera di unità.
Il Cristo non è quel giovane immaginato,
che affascinava la gente semplice dei villaggi
e intimoriva i potenti e i prepotenti;
il Cristo è il Principio Divino indefinibile
e inscrutabile che nasce nell’ombellico
come prodotto dell’Energia Divina,
che viene trasportato alla bocca
e promosso dalla lingua
quale sua fonte di dolcezza.
Cristo è la visualizzazione del Sé
che la ripetizione del Nome concede,
la stessa visione che ottenne Maria.
Portiamo sulla lingua Quello,
e quando Egli danza su di essa
il veleno viene sputato fuori
senza far danno a nessuno,
come accadde quando,
assieme ai discepoli,
Egli parlò in segreto con Tommaso
svelandogli la Verità Ultima
in solo tre parole: “Tu sei Quello”.
In seguito anche gli altri discepoli
ne furono consapevoli,
perché il Signore, con la sola forza
della fede del devoto,
rompe l’identificazione col corpo
e conduce a Se Stesso
tramite segni e segnali
che pone tutto intorno a noi;
essi sono sempre presenti in Natura,
intorno ad ognuno,
nella bellezza del Sole che sorge,
nell’estasi dell’arcobaleno,
nella melodia degli uccelli,
nella superficie dei laghi,
nel silenzio delle vette,
ammantate di neve:
sono tutte impronte di Dio,
tutte intorno e dentro di noi.
Con la Forma o senza,
accogliamoLo nel cuore
come Colui che è gioia e dà gioia,
che attrae e dona felicità.
Viviamo ogni istante con Lui,
offrendoGli la nostra meditazione
e la ripetizione di un Suo Nome;
ciò aprirà le porte alla Saggezza.
Questa è la caratteristica del saggio,
mentre coloro che si sentono diversi
errano nella landa deserta del dubbio,
riempiendo il tempo di balocchi
e relazioni estemporanee,
magari ben camuffate dalla scienza!
Se non si pratica ciò che si professa
si diviene come “devoti da palcoscenico”.
La religione non sarebbe caduta
così in basso, se soltanto i cosiddetti eletti
avessero messo in pratica una frazione
di ciò che ognuno dice siano i suoi doveri,
verso gli altri e quindi verso Dio.
Il fondamentalismo islamico,
ma ancor più quello cristiano,
qualsiasi tipo di fondamentalismo,
anche quello ateo e materialista,
non può che essere ottuso e diabolico.
Come il fiume scorre in silenzio
e naturalmente si fonde nel mare
per quanto lungo e difficile sia il viaggio,
lo stesso farà l’uomo, terrà il Signore
in vista e andrà, dopo ogni momento,
sempre più vicino a Lui, con la ragione
e il cuore puro, fino alla fusione finale.
Egli si è assoggettato, e si assoggetta,
ad assumere Forma e Nome
e a camminare in mezzo a noi
ogni volta che Lo ritiene necessario.
Se desideriamo veramente la Sua Grazia
facciamo in modo che l’amore
sia l’ispiratrice di ogni pensiero,
di ogni nostra parola ed azione.
Che il sapere che tutti sono
ricettacoli del Divino ci ispiri amore,
tolleranza, partecipazione e rispetto.
Tramite il lavoro condotto nell’amore
progrediamo verso l’adorazione
consapevole della Divinità in tutti,
e attraverso questa adorazione
otteniamo la saggezza sperimentando
la Divinità che riempie l’universo.
Lavoro, adorazione e saggezza:
frutto acerbo, maturo e pieno di succo dolce,
questo è l’ordine del progresso spirituale.
Quando il frutto è saturo di dolcezza, cade,
e questo è il conseguimento finale della meta.
“Abbiate Dio impresso nel cuore,
siate sempre avvinti a Lui;
questo è il Mio Messaggio.”,
disse Cristo in Gesù ai discepoli;
e lo ripete ancora e sempre,
nel silenzio dei cuori spirituali
di tutti gli esseri viventi.