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Pubblicata il 22/07/2011
Mi parlavi accalorata
mi toccavi
come per farmi capire
ascoltavo ricordandoti
mille, e mille volte uguale
il dolore, lo stesso
la passione
dove andranno
dove andranno i nostri bambini
gonfi di regali
non sono mai soli

Stuprata l'innocenza
da compassionevoli belve
l'ignoranza forbita
una scienza d'accatto
la speranza nei gesti
sempre piu' puri
disperate speranze
care, care....
come le tue parole
che ancora mi scaldano il cuore
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ti propongo una fuga alla Bach: se fossero i nostri reciproci bambini di carta? i tuoi animali e i miei flexibili? la seconda strofa mi ha preso alla gola, forte com'è, finché non hai scritto: "la speranza... puri... care, care...", allinerandola alla prima ch'è di una dolcezza notevole, Rich.

il 22/07/2011 alle 19:53

Molto bella questa tua di cui mi ha colpito molto la chiusa,
"la speranza nei gesti sempre più puri disperate speranze
care care...come le tue parole che ancora mi scaldano il cuore"....piaciuta tanto...
Ciao Arturo...

il 22/07/2011 alle 21:15

tutte le fughe che vuoi, i miei, i tuoi bambni, che bello...non mi apettavo ti piacesse tanto, grazie mia cara

il 24/07/2011 alle 18:20

grazie Helan, sono lieto che tu l'abbia apprezzata...un abbraccio

il 24/07/2011 alle 18:21

colpiscono molto questi versi...cari, cari a riscaldare il cuore
bellissima poesia, arturo

il 26/07/2011 alle 01:42

è un grande piacere questo tuo commento per me..ti stimo molto come poeta..grazie Rita

il 26/07/2011 alle 20:55