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Pubblicata il 11/07/2011
Ero morto è in sogno San Pietro
mi stava a giudicare con un omarino
accanto sconosciuto tutto tremante
in attesa del giudizio e della pena.
Vediamo un po’ il Giudice parlò
ecco il libro dei peccati delle mancanze
delle omissioni per la Bontà Divina
alcuni cancellati andati in prescrizione
quei soliti pensieri quelle tentazioni
niente di grave di particolare quindi tre
secoli di pene per ora per voi in Purgatorio.
Poi nel libro del vicino trovò una postilla
che caso strano del tutto insospettato
rimandava al mio al punto scritto
dei pensieri miei dei peccati veniali
delle insane mie mormorazioni
e di colpo mutò così il giudizio suo
sentenziando: assolto tu qui rimani
e a me tu condannato laggiù all’Inferno.
Come subito implorai perché San Pietro?
Perché la distinzione questa preferenza
e Quegli ricordi quel giorno in riva al mare
racchia definisti una signora irridendo
chi l’avesse mai sposata dicendo poi
che dopo morto meritato avrebbe il Paradiso
e che tu invece piuttosto che toccarla
il saio francescano rivestito avresti oppure
preferito finir bruciato tra i diavoli i demoni
così vedi non frate lontano dai conventi
ma della vita gaudente libertino e tanto
del tuo dire oggi sei stato accontentato.
Dal sogno uscito e in grande confusione
preso dal turbamento del tutto frastornato
riandando a quel giorno lontano del passato
ricordando come vera detta quella mia
stupida banale osservazione non sapendo
se San Pietro nel sogno vi scherzasse o meno
o peggio nel giorno del giudizio vero confermasse
credo senza sentire di un prete confessore
il suo parere per evitare le fiamme dell’Inferno
mi convenga nel dubbio farmi presto frate.
Lettore attento circospezione peccati
desideri pare sogno o non sogno sian tutt'uno.
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