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Pubblicata il 01/06/2011
L’amico pettirosso

Cerco invano dalla mia finestra semichiusa
che guarda sul giardino quasi brullo,
dall’autunno già spogliato in parte dagli ultimi
colori e che all’inverno ormai vicino spoglio
e nudo si offre, la tua presenza amico pettirosso:
già trascorso è di fatto già il tempo oramai, l’ora
sperata e a me cara negli anni e familiare dell’arrivo tuo!
Guardo e ascolto degli altri uccelli il canto
i passeri, i merli, le gazze e le colombe
che tutto l’anno sento dei vari suoni il cinguettare
ma quel tuo conto melodioso a Chopin caro
non è più qui e non sento triste quel richiamo.
Per anni sai, ricordo e ricordi, ci siam fatta compagnia
quattro mesi circa nelle giornate fredde
buie oppur nevose dell’ultima dell’anno la stagione
che porta al cuore e alla mente di chi come me
ha già percorso della vita anni su anni e molti
i ricordi tanti e quei sogni sognati e poi svaniti
legati a quella passata e tanto lontana giovinezza.
Arrivavi all’improvviso e all’improvviso
poi partivi, anche all’ultimo marzo sei partito
ma da allora da qui lontana nulla la tua presenza
oggi, così mi sento oggi più solo e senza te, oh amico!
Il tuo cinguettio che tra i tanti più degli altri
come detto percepivo il segno era che stavi lì vicino
nascosto dietro un cespuglio spoglio delle rose,
poi io in silenzio io ti osservavo e tu con rapida
ma circospetta corsa sull’esili zampette
qual fili sottili sottilissimi di rosso colorati
come il piccolo petto che gentil ti dona il nome
il cinguettio di quel caro canto interrompevi
e a beccar lesto correvi quelle solo per te lasciate
povere briciole dalla man lanciate in quel posto
ad altri ignoto e che tu solo da tempo conoscevi:
l’umile parca mensa sai non molto di più t’offriva
tu lo sapevi ma non ti lamentavi: una beccata
e ti guardavi attorno al pericolo possibile guardingo
poi riprendevi e talvolta il bel capino tuo sollevavi
e mi guardavi ed io ti guardavo e questo era
per me conforto ai miei pensieri d’infelicità gonfi
e così in quegli istanti e quella tua presenza
rottasi un poco l’infelicità mia felice sorridevo:
ora quelle briciole un tempo per te regalo beccano
facendosi la guerra passeri merli gazze e le colombe
e l’infelicità mia rimane rotta solo da forti miei singhiozzi.
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bella tenera , intrisa di malinconia...basta poco per non sentirci soli, un piccolo pettirosso dal canto melodioso, la natura è vita.
molto bella.
a rileggerti
ninetta.

il 01/06/2011 alle 11:29

c.a. amica ninetta

grazie per il commento

gentile come sempre

un caro saluto

rusticus

il 01/06/2011 alle 12:12

Un amico pettirosso,
bellissima dedica Giuseppe,
armoniosa, affettiva,
amare gli uccelli
è amare Dio.

Buona domenica
Marygiò

il 05/06/2011 alle 17:31

Cara Marygiò

grazie

un caro saluto

rusticus

il 05/06/2011 alle 21:27