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Pubblicata il 25/05/2011
Stanotte ci siamo addormentati, cullati dal canto del mare.Le onde s’infrangevano sul molo, con un ritmo simile a quello dell’orologio, mentre il profumo di salsedine penetrava nella tenda.
Da uno spiraglio,vedevo la scia luminosa che la luna proiettava sull’acqua del mare, come fosse un tappeto dorato, steso lì ad indicare la strada che porta all’orizzonte. Ognuno osservando questo bagliore incandescente poteva immaginare di trovare oltre l‘orizzonte, castelli , tesori , immense praterie e tanti mondi sconosciuti. Io pensavo:”lì dietro ci sarà una città azzurra, abitata da uomini con le ali, forse angeli, che con il pensiero riescono a costruire case, a procacciarsi il cibo, impegnando sicuramente il tempo a parlare e a cantare. Una città dove non esiste la paura e c’è sempre il sole.”
Uno dei miei fratelli ,Marco, invece, pensava che oltre l’orizzonte ci fosse un parco giochi con macchinine colorate, tutto gratuito, per poter giocare senza limiti di tempo.Un altro poi immaginava di cavalcare un elefante in una grande foresta.Bisognava dormire perché il giorno dopo era dedicato alla costruzione delle capanne fatte con le canne frondose.Tutti gli anni ,i nfatti, si andava al fiume, a tagliare canne per ricoprire il tetto delle impalcature edificate a circa due metri dalla riva del mare esattamente, sulla sabbia.Si trattava di piantare quattro pali sulla sabbia, ben in profondità e di legarne altri quattro sulla sommità per delimitarne il perimetro. Un rettangolo ricoperto di canne disposte in maniera tale che le fronde pendessero equamente sui lati ,formando una tettoia verde.Le capanne costituivano un elemento importante per noi tutti:servivano per suddividere il gruppo in base alle fasce d’età.C’era il gruppo dei “bagadius” , i giovani dai diciotto ai venticinque anni, ma comprendeva anche quelli oltre i venticinque che erano ancora singles;seguiva poi quello degli anziani e sposati,per ultimo il nostro , quello dei piccoli, da zero a diciassette anni, che oltre a badare a noi stessi dovevamo tenere d’occhio i piccolissimi.
Chi apparteneva alla categoria dei piccoli non poteva assolutamente ascoltare né sostare nei pressi delle altre due, che in verità erano un po’ distanti l’una dall’altra.Queste strutture erano spazi comuni a tutte le famiglie , dove poter sostare all’uscita dall’acqua o fare il pisolino dopo pranzo.
I bagadius fingevano di andare a dormire, in verità era il posto adatto per parlare anche con lo sguardo e dove nascevano i nuovi amori.
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letta e mi preparo per la continuazione
con crescente interesse
addoppo
e buona notte
ninomario

il 25/05/2011 alle 22:02

avevo 8 anni e già ti sorridevo.
bella.
velsna

il 25/05/2011 alle 23:46

cosa c'è oltre l'orizzonte? da bambini la fantasia galoppa e i sogni hanno la consistenza della realtà veramente si crede che possano esistere le cose immaginate...è dolce ripensare da adulti a quelli che erano i nostri sogni di bambini, ritrovarsi negli stessi giochi che in ogni parte del mondo i bambini fanno con grande serietà. Anch'io da piccola con i miei amici, facevo questo gioco, che poi gioco non era: cosa c'è oltre l'orizzonte e ognuno proiettava in un luogo immaginario i suoi più grandi desideri rivelado già allora gli aspetti fondamentali della personalità adulta. Eri una bambina molto altruista, incline al dialogo e all'amore e alla concordia tra gli uomini, tutte cose che conservi anche da grande...con la sola differenza che oggi sai che la tua città azzurra è solo un sogno.
mi piace il tuo racconto...spero che continui.
baci
eos

il 26/05/2011 alle 09:08

con gli occhi da bambino, leggo le tue avventure...
UN abbraccio
Ax

il 26/05/2011 alle 14:01

note: l'avvio e il finale, poi: che memoria! Rich.

il 26/05/2011 alle 23:07

caro nino..che bei tempi!

il 26/05/2011 alle 23:45

ti sorrido anch'io.

il 26/05/2011 alle 23:46

grazie eos per il tuo bel commento, quando ripenso a quelle vacanze dico che sono stata fortunata..sono ricordi tanto belli che la memoria non potrà mai perderli.
un abbraccio
ninetta

il 26/05/2011 alle 23:52

grazie caro.
un abbraccio
ninetta

il 26/05/2011 alle 23:53

dimmi rich, l'avvio e il finale..non vanno bene? il finale è nella seconda parte..
è vero avevo una memoria di ferro...con il mio lavoro debbo dire che la esercitavo..tra strani nomi e note varie.ora , purtroppo la memoria inizia a tradirmi..cosa vuoi..gli anni passano.
so che non ti piaciono le smancerie, ma lasciamelo dire..
con simpatia
ninetta.

il 27/05/2011 alle 00:00

Che bello poter aprire il libro delle momorie e ricordare la semplità e energia,che regnava in ogni famiglia,per costruire capanne in riva al mare.
C'era spensieretezza, spirito collaborativo...
quelli si erano tempi belli!
Grazie Ninetta-
Con affetto.
Dora

il 27/05/2011 alle 07:52

grazie dory, sono contenta del tuo passaggio..quando racconto ai miei figli della mia infanzia mi ripetono che sono stata fortunata . e si!...il ritmo della vita era proprio diverso.
un abbraccio
ninetta

il 27/05/2011 alle 08:12

:-) http://www.youtube.com/watch?v=uPIAxEH3dp4

il 27/05/2011 alle 09:24

si ninetta erano proprio bei tempi e belle le scampagnate in pineta o in riva al mare, sei stata bravissima nel racconto, attendo la seconda puntata. marygio-

il 27/05/2011 alle 20:42

saluti
ninetta

il 27/05/2011 alle 21:30

baci mary.
ninetta

il 27/05/2011 alle 21:31