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Pubblicata il 23/05/2011
L’albero a cui tendeva la callosa mano

Fu sempre un buon autista, anche durante la guerra.
Era negli autieri
e fece tutta la campagna d’Africa, mai camicia nera,
solo grigioverde.

Gli piacevano molto i libri di fantascienza, serie Urania,
e le parole crociate,
da dove riuscì a carpirne una eclettica cultura e curiosità
che mi trasmise,
per i misteri che intuiva dagli splendori dei cieli stellati
dell’Africa
e del Golfo di Napoli, sotto e sopra un manto blu notte.

La sua callosa mano, con l’età, si protese più verso l’alto,
verso l’albero
dalle radici in alto e i frutti in basso, nel cuore degli uomini
mi diceva
con due occhi che brillavano di tante piccole stelline salate.
Era mio padre,
il mio Signore e Maestro della mia tenera età che sbigottiva
svelando Amore.
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Grazie cara koreja, un abbraccio.
L'anno scorso un virus mi costrinse a formattare
tutto l'Hard Disk, perdendo tutti i dat scritti e gli
indirizzi email, anche i più cari!
discri

il 23/05/2011 alle 17:59

era una persona buona tuo padre...chi era l'hai rivelato alla fine, aggiungi il dato personale, molto composto, al già bel ritratto dato in precedenza...la trovo tenera, e molto bella

il 23/05/2011 alle 20:49

in pochi, essenziali tratti hai presentato la figura di tuo padre , la sua forza, il suo grande cuore, la sua capacità di credere ancora negli uomini malgrado la terribile esperienza della guerra, il suo amore per il sapere, la grande eredità d'affetti che ti ha lasciato.
bellissima Discri, si sente tutto l'affetto e l'ammirazione che giustamente hai per tuo padre, per l'uomo che è stato.
ti abbraccio
eos

il 23/05/2011 alle 22:28