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Pubblicata il 23/05/2011
L’albero a cui tendeva la sua callosa mano

Fu sempre un buon autista, anche durante la guerra.
Era negli autieri
e fece tutta la campagna d’Africa, mai camicia nera,
solo grigioverde.

Gli piacevano molto i libri di fantascienza, serie Urano,
e le parole incrociate,
da dove riuscì a carpirne una eclettica cultura e curiosità
che mi trasmise,
per i misteri che intuiva dagli splendori dei cieli stellati
dell’Africa
e del Golfo di Napoli, sotto e sopra un manto blu notte.

La sua callosa mano, con l’età, si protese più verso l’alto,
verso l’albero
dalle radici in alto e i frutti in basso, nel cuore degli uomini
mi diceva
con due occhi che brillavano di tante piccole stelline salate.
Era mio padre,
il mio Signore e Maestro della mia tenera età che sbigottiva
svelando Amore.
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molto bella ed originale...
saluti
ninetta

il 23/05/2011 alle 08:52

Per gli amministratori di PH:
Ma cosa mettette a fare "Contattaci" SE POI VE NE SBATTETE DEI CONTATTI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Avevo chiesto DI NON PUBBLICARE QUESTA
COMPOSIZIONE PER ALCUNI ERRORI INSITI, E
COSA TI FANNO LOR DIGNORI????
LA PUBBLICANO!!!!
MA CAMBIATE MESTIERE PER FAVORE!!!!!!

il 23/05/2011 alle 09:29

toccante e molto bella, rovesciando il paradigma Carducciano, qui è il figlio che si rivolge al Padre.
Un abbraccio
Ax

il 24/05/2011 alle 21:33

Grazie Ax.
Ciao

il 02/06/2011 alle 11:24